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I miei primi 3000

· 3 minuti·

Con un po’ di ritardo eccomi a raccontarvi della mia “impresa sportiva”: la salita sulla cima del monte Blinnenhorn (3374 metri), in val Formazza.

La comitiva (cinque persone: Io, Laura, Sara, Sara-2, Davide) è partita sabato mattina dal lago Morasco (1850 metri). Zaino in spalla abbiamo iniziato la salita;

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destinazione: rifugio Claudio e bruno, quota 2710 dove avremmo passato la notte. La salita, dopo uno strappo iniziale, non è stata particolarmente faticosa e, tra un avvistamento di marmotte e l’altro siamo arrivati fino al lago Sabbione dove abbiamo fatto una breve sosta mangereccia :-).

Ripresa la salita, dopo 3 ore circa di cammino, siamo giunti al rifugio giusto in tempo per fare qualche foto prima dei cena. Dopo l’abbondante polenta con spezzatino e il terrificante budino (che NESSUNO ha ancora capito cosa contenesse) siamo stati intrattenuti da alcuni simpatici signori che hanno rallegrato la nostra serata con le più varie canzoni: da “bella ciao” a “il ragazzo della via gluch”, passando per Battisti e Modugno: un vero e proprio concerto! Finita la performance canora, tutti a letto in vista della levataccia del giorno dopo. Peccato che nessuno avesse fatto i conti con un simpatico topastro che nel bel mezzo della notte ha deciso di passeggiare allegramente nell’intercapedine tra le perline della nostra stanza gettando nel panico la povera Sara-2 che, giustamente, ha voluto condividere il suo terrore con tutti noi!!

6:00 - sveglia, colazione e… pronti a partire per la rampa finale! La salita è più impegnativa del giorno precedente e si passa molto vicino al ghiacciaio; veramente spettacolare trovarsi lì in mezzo, tra montagne e neve!

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L’ultimo tratto è davvero ripido e infatti il gruppo si allunga un po’ ma alla fine tutti arriviamo in vetta!!

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Un panorama mozzafiato a 360°: montagne ovunque, ma noi siamo sulla più alta ;-)!! Giusto il tempo delle foto di rito e di sgranocchiare qualcosa che ci tuffiamo in discesa; ci aspetta un dislivello notevole: 1500 metri.

Già un po’ stanchi per la salita, la discesa sembra non finire mai. Scegliamo di non fare la stessa strada dell’andata e passiamo per il rifugio 3A dove ci fermiamo per un brave sosta. Ripartiamo e subito ci infiliamo in un canalone che si rivela in realtà parecchio insidioso con grossi ciottoli e fondo ghiacciato nel centro. Con non pochi patimenti arriviamo sul Piano dei camosci dove tiriamo un po’ il fiato e facciamo riposare le ginocchia che ormai risentono un pochino dei 1000 metri di discesa passati. Ultimo sforzo ed eccoci in vista del lago Morasco e delle nostre auto! Alla fine siamo tutti (bè, tranne Davide, la “guida”) stanchi ma contenti. Un giro davvero bello e poi… il primo 3000 non si scorda mai ;-)!!